UNA FORZA ANTIMAFIA
Uno dei prerequisiti per lo sviluppo del Paese post pandemia è che tutta l’azione legislativa, esecutiva e amministrativa sia orientata ad azioni coraggiose di prevenzione delle infiltrazioni criminali, in particolare delle mafie.
Per prevenire il pericolo che le organizzazioni criminali intercettino e riciclino i fondi nazionali ed europei per il rilancio del Paese, sottraendoli di fatto alle famiglie, alle imprese e ai lavoratori italiani, tutta l’azione per la crescita va immaginata contemporaneamente anche come azione di contrasto alla criminalità organizzata.
È impossibile promuovere lo sviluppo sostenibile delle attività industriali, del tessuto produttivo inteso in senso lato e delle libere professioni in un contesto di insicurezza, povertà educativa e concorrenza sleale delle attività illecite.
Per questo motivo il nostro Paese ha bisogno di una classe dirigente che non tratti l’antimafia come argomento da convegni, orpello da cerimonie o retorica identitaria, ma come stella polare dell’azione politica. La presenza diffusa della criminalità organizzata nel tessuto sociale ed economico italiano rappresenta infatti il più pericoloso ed evidente disincentivo alla crescita delle nostre comunità.
Costruire un Paese all’altezza delle grandi sfide dei nostri tempi significa dunque in primo luogo combattere, circoscrivere e progressivamente marginalizzare la presenza criminale nella società e nell’economia legale. Se le mafie mettono al centro il denaro, un modello antimafia mette al centro le persone. Se la mafia promuove “cartelli” e genera concorrenza sleale, alterando il mercato, un modello politico antimafia promuove la trasparenza, la piena e diffusa legalità e regole chiare di accesso al mercato per tutti.